Chi possiede PepsiCo? I principali azionisti e le recenti operazioni di insider dietro il gigante degli snack e delle bevande

Nikko Henson7 minuti di lettura
Recensito da: Thomas Richmond
Ultimo aggiornamento Sep 14, 2025

@Erick Mclean from Pexels via Canva

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PepsiCo, Inc. (NASDAQ: PEP) produce e vende alimenti e bevande in tutto il mondo, con un portafoglio che comprende Pepsi, Gatorade, Lay’s e Quaker. Le azioni sono state scambiate di recente vicino a 149 dollari, per un valore di mercato di circa 205 miliardi di dollari, con un calo del 15% circa nell’ultimo anno.

Un tempo nota soprattutto per l’omonima bibita, PepsiCo è cresciuta fino a diventare una potenza di consumo diversificata, con gli snack che ora generano più ricavi delle bevande. L’ampia presenza a livello globale, le linee di prodotti ad alto margine e la crescita costante dei dividendi ne hanno fatto un’azienda di riferimento per gli investitori orientati al reddito. Anche se le pressioni inflazionistiche, le oscillazioni valutarie e il cambiamento delle abitudini dei consumatori pesano sui risultati, il rendimento del 3,8% e i solidi rendimenti del capitale fanno di PepsiCo un’ancora difensiva del portafoglio.

La proprietà di PepsiCo riflette questo assetto. I fondi indicizzati passivi dominano l’azionariato, mentre i gestori attivi e gli insider aggiungono ulteriori sfumature.

L’analisi delle loro mosse aiuta a capire come i grandi operatori si sentano davvero in grado di valutare il titolo in questo momento.

I grandi capitali dietro le azioni di PepsiCo

Azioni PepsiCo
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L’azionariato di PepsiCo mostra la classica divisione tra stabilità passiva e convinzione attiva. I maggiori fondi indicizzati del mondo detengono partecipazioni massicce che mantengono il titolo ampiamente presente nei portafogli globali, mentre i gestori attivi si muovono in direzioni diverse.

Alcuni vedono un valore nel calo di Pepsi e stanno aggiungendo, mentre altri stanno riducendo l’esposizione, segnalando una fiducia mista nelle prospettive a breve termine.

  • Gruppo Vanguard: 136,3M azioni (9,96%), ~20,4 miliardi di dollari. Tagliate 1,36 milioni di azioni (-0,99%).
  • BlackRock: 73,6 milioni di azioni (5,38%), ~11,0 miliardi di dollari. Tagliate 1,08 milioni di azioni (-1,44%).
  • State Street: 58,4 milioni di azioni (4,27%), ~8,7 miliardi di dollari. Aggiunte 920K azioni (+1,6%).
  • Geode Capital: 32,7 milioni di azioni (2,39%), ~4,9 miliardi di dollari. Piccolo aumento (+0,27%).
  • Charles Schwab Investment Management: 29,0 milioni di azioni (2,12%), ~4,3 miliardi di dollari. Aggiunte 2,56 milioni di azioni (+9,7%).
  • J.P. Morgan Asset Management: 18,6 milioni di azioni (1,36%), ~2,8 miliardi di dollari. Riduzione di 2,69 milioni di azioni (-12,7%).

Uno dei punti salienti dell’ultimo trimestre è il massiccio aumento di Two Sigma Advisers, che ha incrementato la sua posizione in PepsiCo di oltre il 1.042%. Il fondo possiede ora circa 65.000 azioni per un valore di 8,6 milioni di dollari, mostrando un netto cambiamento di convinzione.

Un’altra mossa degna di nota è stata quella di Hudson Bay Capital Management, che ha aumentato la sua partecipazione del 430% a circa 135.000 azioni per un valore di 17,9 milioni di dollari. Questo salto suggerisce che il fondo vede un vantaggio nelle qualità difensive di PepsiCo.

Un terzo cambiamento degno di nota è stato quello di Schonfeld Strategic Advisors, che ha aumentato le sue partecipazioni del 316% a circa 8.500 azioni per un valore di 1,1 milioni di dollari. Anche se di dimensioni ridotte, il forte aumento indica un crescente interesse da parte degli hedge fund dopo il recente calo delle azioni della Pepsi.

I fondi indicizzati mantengono la proprietà di Pepsi, facendone una partecipazione affidabile a lungo termine nei principali benchmark. I gestori attivi, invece, sono divisi. Franklin Advisers e Schwab stanno acquistando in modo più aggressivo, il che potrebbe indicare fiducia nella capacità di ripresa di Pepsi, mentre JPMorgan e altri stanno riducendo gli acquisti, suggerendo cautela.

La divergenza evidenzia come gli istituti siano indecisi se l’attuale debolezza di Pepsi sia un punto di ingresso o un motivo per rimanere sulla difensiva.

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Cosa stanno facendo gli insider di PepsiCo con le loro azioni

Azioni PepsiCo
Le recenti transazioni insider di PepsiCo

Di recente le operazioni degli insider di PepsiCo si sono orientate maggiormente verso la vendita, con diversi dirigenti di alto livello che hanno ridotto le loro partecipazioni. Queste mosse potrebbero semplicemente riflettere una diversificazione o piani di vendita programmati, ma evidenziano anche la mancanza di forti acquisti da parte degli insider.

L’unica eccezione degna di nota è rappresentata da un direttore che si è fatto avanti con un acquisto modesto, che potrebbe essere letto come un piccolo segnale di fiducia ai livelli attuali.

Ecco alcune recenti vendite di insider:

  • Ramon Laguarta (CEO): Vendute 50.000 azioni a ~155 dollari.
  • Marie Gallagher (direttore finanziario): Vendute 25.000 azioni a ~160 dollari.
  • Becky Schmitt (Funzionario): Vendute 1.335 azioni a ~$132.
  • Christine Tammara (Direttore): Ha acquistato 6.691 azioni a ~138 dollari.

La maggior parte delle vendite sembra essere legata a programmi di diversificazione o di pianificazione, il che rende più difficile leggerle come un forte segnale negativo. Tuttavia, la mancanza di un ampio acquisto da parte di insider suggerisce che il management potrebbe non vedere il titolo come un evidente affare in questo momento.

L’acquisto di Tammara si distingue come un piccolo ma incoraggiante contrappunto, mostrando almeno una certa volontà all’interno della leadership di aggiungere esposizione.

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Cosa ci dicono i dati sulla proprietà e sull’insider trading

L’azionariato di PepsiCo mostra una posizione divisa. Giganti passivi come Vanguard e BlackRock continuano ad ancorare il titolo nei portafogli globali, mentre i gestori attivi si stanno muovendo in direzioni diverse. Schwab e Franklin Advisers hanno aumentato l’esposizione, ma la forte riduzione di JPMorgan segnala cautela.

Per quanto riguarda gli insider, le vendite hanno superato gli acquisti, con un solo amministratore che ha aggiunto azioni. Sebbene si tratti di operazioni relativamente piccole, la mancanza di acquisti da parte di insider più ampi potrebbe suggerire che il management esita a impegnarsi di più ai livelli attuali.

I segnali sono contrastanti. PepsiCo rimane una potenza globale dei consumi, con una redditività costante e un rendimento da dividendo del 3,8% che attira gli investitori a reddito. Ma il calo del 15% registrato dal titolo nell’ultimo anno evidenzia come le pressioni inflazionistiche e il cambiamento delle tendenze dei consumatori abbiano pesato sui risultati.

Le istituzioni appaiono divise e gli addetti ai lavori sembrano cauti, lasciando agli investitori un’azienda che paga un dividendo difensivo e che si interroga ancora sulla crescita a breve termine.

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