Eli Lilly and Company (NYSE: LLY) è un gigante farmaceutico globale che sviluppa farmaci per il diabete, l’oncologia, l’immunologia e le neuroscienze. Le azioni si aggirano intorno ai 723 dollari, valutando l’azienda circa 624 miliardi di dollari.
Conosciuta soprattutto per le sue terapie contro l’obesità e il diabete, Lilly è diventata uno dei nomi di maggior valore nel settore sanitario. L’aumento della domanda di terapie a base di GLP-1, l’espansione dei margini e i solidi rendimenti azionari ne hanno fatto una partecipazione fondamentale per gli istituti che cercano una crescita a lungo termine nel settore. La pipeline di ricerca, la distribuzione mondiale e la forza del marchio creano vantaggi difficilmente eguagliabili dai concorrenti.
Per gli investitori, questo significa che Lilly sembra un compounder duraturo, ma la recente flessione dimostra che il sentimento può cambiare rapidamente. La Lilly Endowment possiede ancora poco più del 10% del titolo, mentre il resto è distribuito tra i maggiori gestori patrimoniali e fondi.
Gli addetti ai lavori hanno acquistato Eli Lilly, il che rende particolarmente interessante dare un’occhiata al titolo oggi.
Chi sono i principali azionisti di Lilly?
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Eli Lilly sviluppa e commercializza farmaci in aree quali diabete, obesità, oncologia, immunologia e neuroscienze. L’azionariato è guidato dal Lilly Endowment, che controlla oltre il 10% delle azioni, insieme a giganti passivi come Vanguard e BlackRock. Questa struttura offre stabilità e lascia spazio ai gestori attivi per effettuare movimenti più incisivi.
- Lilly Endowment: 95,7 milioni di azioni (10,1%), ~66,6 miliardi di dollari. Tagliate 280K (-0,3%).
- Gruppo Vanguard: 80,0 milioni di azioni (8,5%), ~55,7 miliardi di dollari. Aggiunte 1,17 milioni (+1,5%).
- PNC Investments: 51,1 milioni di azioni (5,4%), ~35,5 miliardi di dollari. Leggero taglio (-0,02%).
- BlackRock: 41,3M azioni (4,4%), ~28,7 miliardi di dollari. Tagliate 168K (-0,4%).
- State Street: 34,5 milioni di azioni (3,7%), ~24,0 miliardi di dollari. Aggiunte 64K (+0,2%).
- Fidelity: 24,4 milioni di azioni (2,6%), ~16,9 miliardi di dollari. Riduzione di 2,8 milioni (-10,4%).
- Capital Research: 20,8 milioni di azioni (2,2%), ~14,4 miliardi di dollari. Aggiunte 5,0M (+31,8%).
Uno dei punti salienti dell’ultimo trimestre è Balyasny Asset Management, che ha aumentato la sua partecipazione in Lilly del 229%, arrivando a detenere circa 500.000 azioni per un valore di 391 milioni di dollari. Questo tipo di aumento suggerisce una crescente convinzione nella pipeline a lungo termine di Lilly.
Un’altra mossa degna di nota è stata quella di Point72 Asset Management, guidata da Steven Cohen, che ha incrementato la sua posizione del 244% a 189.000 azioni per un valore di 147 milioni di dollari. Si tratta di una forte scommessa sulla società dopo la recente flessione.
Nel frattempo, anche Squarepoint Ops si è mossa in modo aggressivo, aumentando le sue partecipazioni di oltre il 1.045% fino a 412.000 azioni per un valore di 322 milioni di dollari, segnalando che alcuni hedge fund vedono un’opportunità ai livelli attuali.
I giganti passivi contribuiscono a mantenere la stabilità, mentre gli hedge fund si muovono in modo aggressivo. Il contrasto tra i tagli di Fidelity e le forti aggiunte di fondi come Balyasny e Point72 dimostra che il sentiment su Lilly è diviso, ma alcuni investitori vedono chiaramente nel recente calo un’opportunità di acquisto.
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Le recenti operazioni Insider di Lilly
Negli ultimi mesi l’attività degli insider di Eli Lilly si è orientata più verso l’acquisto che verso la vendita, uno schema che può essere letto come un segnale di fiducia nelle prospettive a lungo termine dell’azienda. Anche se le singole transazioni sono modeste rispetto al valore di mercato di Lilly, gli acquisti di insider inviano generalmente un segnale più positivo rispetto alle vendite di insider, in quanto riflettono la scelta di leader e amministratori di investire ulteriore capitale nel titolo.
Ecco alcune recenti vendite di insider:
- I direttori Ralph Alvarez, Erik Fyrwald, Mary Lynne Hedley, Juan Luciano, Gabrielle Sulzberger e James Jackson: Tutti hanno acquistato piccoli blocchi di azioni in agosto, in genere 14-200 azioni ciascuno, a prezzi compresi tra 630 e 698 dollari.
- I funzionari Lucas Montarce e Jacob Van Naarden: Hanno acquistato rispettivamente 715 e 1.000 azioni.
- David Ricks (CEO e Presidente): Aggiunte 1.632 azioni a ~645 dollari.
- Daniel Skovronsky (Chief Scientific Officer): Ha acquistato 1.000 azioni a ~634 dollari.
- Ilya Yuffa (Funzionario): Vendute 1.250 azioni a ~627 dollari.
- Melissa Seymour (funzionario): Ha segnalato una vendita di 427 azioni a luglio, oltre a un piccolo acquisto separato di 952 azioni.
- Lilly Endowment (principale detentore): Ha ridotto ~44.500 azioni a luglio, in linea con la sua pratica a lungo termine di vendita graduale.
Nel complesso, gli insider di Lilly sono stati acquirenti netti, con più acquisti che vendite sia tra i direttori che tra i funzionari. Ciò suggerisce che la dirigenza è disposta ad aggiungere esposizione ai livelli attuali, anche se il fondo di dotazione di Lilly continua a ridurre le proprie attività. Gli investitori potrebbero interpretarlo come un segnale di fiducia nella valutazione e nella traiettoria di crescita di Lilly.
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Cosa ci dicono i dati sulla proprietà e sull’insider trading
L’assetto proprietario di Eli Lilly combina la stabilità della sua fondazione benefica e dei giganti dell’indice passivo con il posizionamento più attivo dei principali fondi. La divisione tra Fidelity, che ha ridotto la sua partecipazione, e Capital Research, che ha aggiunto una quota significativa, dimostra che gli investitori professionali non sono allineati sulla prossima direzione del titolo.
Per quanto riguarda gli insider, la maggior parte dell’attività recente è stata costituita da piccole vendite e nessun acquisto degno di nota. Ciò potrebbe riflettere una diversificazione o una presa di profitto, ma non indica una forte convinzione da parte della leadership ai prezzi attuali.
I dati indicano uno scenario misto. I fondamentali di lungo periodo rimangono solidi, ma alcuni istituti e addetti ai lavori appaiono cauti.
Per gli investitori, Lilly sembra ancora una solida partecipazione a lungo termine, ma l’andamento della proprietà suggerisce che i grandi operatori potrebbero aspettare una maggiore chiarezza prima di aggiungere altro.
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